Speranza ha un viso d’altri tempi, un leggero accento indefinibile e una delicatezza nei modi che mi ha scaldato l’anima in una giornata difficile. Speranza guarda il mondo con occhi rispettosi, che non smettono mai di chiedersi quali siano le storie di ogni oggetto che le passa tra le mani. Tutto comincia mentre studia Scienze dei beni culturali e si imbatte nell’opera del maestro Mario Calandri, che ha influenzato e influenza ancora il lavoro di altissima qualità della Scuola d’Incisione dell’Accademia Albertina di Torino. Il suo linguaggio visivo malinconico e carico di elementi letterari ha insegnato a Speranza a guardare oltre alle immagini, agli oggetti, alle cose, a vedere nella fine della vita di un fiore l’inizio di quella di un insetto. Affascinata dall’incontro tra oggetti e memoria, Speranza frequenta assiduamente i mercatini del brocante dove si innamora di vecchie ceramiche, simbolo di convivialità, di storie di famiglia e d’incontri d’amore al lume di candela. Dove il legame dell’oggetto con la persona s’interrompe, a causa di una lesione o di una frattura, per Speranza inizia il lavoro di valorizzazione: i frammenti di ceramica, tagliati e montati con le tecniche orafe studiate con impegno nel corso degli anni diventano i suoi gioielli sensibili, che contengono il racconto del passato. @imperfettacomeme, marchio creato sei anni fa, è la stanza tutta per sé di Speranza. Una stanza piena di eleganza e impegno, di piatti scheggiati o rotti e punte diamantate, curiosità e ricerca, studio e tempo, dalla quale escono gioielli unici che si avventurano nel modo in scatole avvolte da garze decorate da fiori secchi, circonfusi di profumi delicati e accompagnati da biglietti che sembrano arrivare da un altro tempo.

Stefania Soma